Pompei non finisce mai di stupire. Di recente infatti è stato ritrovato il cranio, ottimamente conservato, di una persona che cercava di salvarsi dall’eruzione del Vesuvio più catastrofica di sempre, quella del 79 d.C. Massimo Osanna, direttore del parco archeologico di Pompei, ha detto che il soggetto, in base alle analisi finora svolte, probabilmente è morto soffocato. Questa scoperta fa riflettere sulla portata di quell’evento e sulla situazione attuale che la zona sta attraversando.
Dinamica e conseguenze dell’eruzione
L’eruzione del Vesuvio è stata di tipo pliniano: si tratta di un’eruzione a carattere esplosivo che genera una colonna di fumo alta diversi metri, la quale poi collassa e investe il paesaggio circostante. Il nome deriva da Plinio il Vecchio, che la descrisse per primo. Dopo un’intensa attività sismica cominciata nel 62, il 24 Agosto del 79 il Vesuvio eruttò. Le città più colpite furono tre: Pompei, Stabia ed Ercolano. Pompei e Stabia furono sommerse da ceneri e lapilli che caddero in maniera pressoché continua. Ercolano venne travolta successivamente dalla nube collassata, che riversò sulla città un miscuglio di gas, vapore acqueo e ceneri. Questo spiega perché a Pompei sono presenti i calchi delle vittime mentre ad Ercolano sono rimasti solo gli scheletri. Da quell’evento, inoltre, il vulcano ha assunto l’aspetto che ha tuttora: prima Vesuvio e Monte Somma erano un cono unico alto più di 3000 metri.
Situazione attuale
L’ultima eruzione del Vesuvio risale al 1944: da allora, il vulcano è entrato una fase di quiescenza. Ciò è dovuto al fatto che quest’ultimo evento ha portato al collasso una parete del vulcano, “tappando” il cratere. Questo silenzio così lungo ha allarmato gli esperti, poiché il Vesuvio era solito eruttare con una cadenza di trent’anni al massimo. Il pericolo di una nuova eruzione è concreto, perciò è stata istituita la Zona Rossa, che interessa 24 comuni da evacuare in caso di emergenza. Questa misura è dovuta all’alta densità abitativa della zona e alla pericolosità del vulcano stesso. Il Vesuvio, perciò, viene monitorato costantemente. L’area presenta inoltre un grande interesse biologico, ecologico e geologico, tanto che nel 1995 è stato istituito il Parco Nazionale del Vesuvio.